Luca

Luca Migliori classe 1988, orafo di professione, sin da bambino esprime una propensione per la pittura, iniziando il suo percorso come modellista, sperimentando su miniature di svariate scale, l’utilizzo di colori acrilici ed olii approfondendo il concetto di luci, ombre e diorami.

Migliori

Ottiene così diversi “Premi Colorazione” che gli garantiranno in seguito commissioni di molti pezzi per collezionisti e per esposizioni commerciali sul territorio di Modena e Bologna.

Artista

È a cavallo tra il 2008 e il 2009 che sente l’esigenza di esprimersi su superfici più ampie, ed così che propenderà per l’utilizzo di tele che con il passare del tempo, diventeranno sempre più grandi.

Astrattismo Informale

È in questa fase che si possono notare le svariate ricerche passando dall’astrattismo all’informale, all’action painting, all’espressionismo, conosciuto grazie all’amico Filippo di Savoia, Maestro del colore, arrivando fino all’ambito figurativo in quanto allievo del Maestro Grimandi dal quale apprende la tecnica impressionista, lo studio dell’olio, i ritratti e i nudi dal vivo.
Acquerelli, pastelli, acrilici,olii, tecniche miste, cementi, metalli e sabbie, costituiscono la spina dorsale della sua produzione artistica, che non si limita soltanto al bidimensionale ma arriva ai primi bozzetti scultorei nel 2013.
Da qui la sua produzione subisce una trasformazione concettuale, nella ricerca di un equilibrio formale fra concetto e figura, fra astrazione e figurativo, fra pittura e scultura.
Raggiunge il suo primo nucleo tematico incentrando nelle sue opere il concetto chiave di arte rupestre, intesa come arte di un uomo in contatto con la natura.

L’Uomo e la Natura

“Cosa c’è di così tanto importante in un concetto così lontano?”
“Per l’uomo moderno l’unica vera risposta risiede il più lontano possibile da esso.
Risiede in tempi in cui l’uomo era uomo vivo, immerso totalmente nel mondo e nella natura, al di fuori dei riflettori, degli strobo e degli autoparlanti.
È questo il fulcro della mia produzione.
Attraverso l’ironia, che rappresente la distanza tra me e la materia trattata, vado a riprodurre le calde pareti delle caverne che un tempo furono dimore, utilizzando materiali freddi come cementi, ferri e sabbie, che sono la colonna portante della società moderna, delle città e del concetto di uomo civilizzato.
Da questo surrogato, da questa fredda parete riesco ad esprimere nostalgicamente ció che l’uomo non sarà mai più, permettendo al fruitore di vivere un percorso introspettivo fra ció che è e ció che è stato.